Sia nel mondo greco che in quello egiziano, tra gli indiani d’America e i cinesi, nelle mitologie e cosmogonie di tutti i popoli possiamo rintracciare gli archetipi antichi e universali attraverso la Ruota della Fortuna, la quale conferma che l’umanità ha avuto un’unica origine e avrà un unico destino, poiché nella sostanza i miti e le segrete speranze di tutti i popoli concordano in maniera stupefacente.
Oggi tratterò la carta dei Tarocchi più semplice e allo stesso tempo più complessa: la Ruota della Fortuna.
Semplice perché è piuttosto comune pensare che la fortuna sia un regalo della vita che il più delle volte esclude il merito, che ti bacia dritto in fronte a suo piacimento nel momento e nella situazione che più le aggrada, a prescindere da qualsiasi logica e discernimento.
Ma ci sono tanti modi di interpretare quella che solitamente viene rappresentata come una donna bendata, a sottolineare che comunque non guarda in faccia nessuno.
Una visione ampiamente condivisa è quella rinascimentale dell’uomo costruttore in prima persona della propria fortuna. I beni e i mali della vita non sono scagliati sulla nostra testa da una qualche divinità ora di buon umore ora no, noi stessi ce li procuriamo con il nostro agire. La ruota non gira solo affidata al caso, al suo movimento può contribuire anche l’essere umano e il successo arriderà soprattutto a chi accetterà la fine di un ciclo e l’attesa di quello successivo.
Un’altra concezione della Ruota, molto popolare soprattutto nei paesi a forte matrice cattolica come l’Italia è l’antica valutazione morale che la fortuna vada guadagnata con il sacrificio e un comportamento eticamente corretto. Il progresso è assicurato unicamente a chi lo merita, per gli altri c’è solo la caduta.
L’unica certezza è che la ruota gira e più di qualunque altra carta, proprio perché gira, è chiaramente orientata verso la chiusura del passato e l’attesa del futuro.
In questa carta tutto è in movimento, tutto muta e si trasforma, va, cambia forma e ritorna.
La Ruota della Fortuna ci esorta ad afferrarla non appena si presenta; perciò, uno dei grandi messaggi della ruota è quello di imparare a girare rimanendo ben saldi nel proprio centro.
E allo stesso tempo ci ricorda che siamo destinati all’azione: non possiamo sottrarci alle esperienze, non possiamo astenercene e rimanere inoperosi, perché ciò significherebbe sottrarci ai nostri desideri, alle nostre aspirazioni.
Da questo punto di vista, a seconda di dove si presenterà la carta nel corso di una lettura, potremo dire se si tratti di un aspetto della vita che chiede di concludersi per cedere il passo ad un nuovo aspetto, oppure se stia già iniziando una nuova epoca.
Personifica il destino sempre pronto a colpire, a destra o a sinistra, secondo come la ruota gira sotto il suo impulso.
La Ruota della Fortuna rimanda a un sistema strutturato su di una forma circolare: la ruota del karma, l’astrologia, perfino la grande ruota della lotteria (e non a caso, nelle idee popolari “fortuna” annuncia un guadagno in denaro).
La grande ruota è mossa da una piccola manovella, collocata perfettamente al centro che rappresenta il punto di partenza per il cambiamento.
Sopra a tutto una sfinge o una scimmia armata di spada alata e incoronata, immobile, in equilibrio sulla ruota, mentre altre due figure, una che sale e l’altra che scende, ne raffigurano i due momenti contrapposti: l’ascesa e la caduta. Insomma, il bene e il male hanno le stesse possibilità di manifestarsi.
Questa carta ha per me sempre un significato molto favorevole: la Ruota della Fortuna promette sempre un aiuto potente, successi, fortune, eventi che mutano, situazioni in evoluzione. Parla di riuscita dovuta alle circostanze afferrate opportunamente, di scoperte fortuite che arricchiscono o portano al successo, talvolta di destino propizio che fa riuscire indipendentemente dal vero merito personale, e comunque vantaggi tratti dal caso.