Approccio e valori

Tutto sta scritto?

Puntualizzo per onestà intellettuale che non amo l’idea di destino tramandata dal teatro degli antichi greci, la superstizione secondo cui “tutto sta scritto” e nessuno può sfuggire alla propria sorte. Dovendo accettare l’esistenza di un futuro predestinato, vedrei il presente come un punto da cui si apre un ventaglio di infinite possibilità.

Un atto volontario, un incidente, qualcosa che succede per caso ci proietta in avanti costringendoci a vivere uno degli innumerevoli destini possibili, il che consentirebbe di affermare che anche quando “tutto sta scritto” il menù divino non contiene solo un piatto ma una selezione di pietanze. Il libero arbitrio consiste nello scegliere una di queste infinite possibilità.

Una lingua più densa di quella delle parole

La caratteristica dei Tarocchi, per altro tipica anche dei miti, è che la loro origine è avvolta nel mistero e i miti fioriscono là dove il sapere, la scienza, l’intelligenza e la tecnologia si scontrano con i propri limiti, configurandosi come rappresentazioni (quanto mai necessarie) sui misteri più profondi della vita.

Miti e Tarocchi hanno quindi in comune il fatto di darsi una lingua molto più densa di quella delle parole: un linguaggio di immagini, di metafore e di simboli molto più ricchi e profondi del linguaggio verbale (che è peraltro quello che ci insegnano le teorie sull’interpretazione dei sogni di Freud e di Jung).

Per leggere il presente

Invece di usare i Tarocchi come una sfera di cristallo, come uno strumento per esotici veggenti mi piace metterlo al servizio per una lettura del tempo presente, che il consultante non conosce, anche quando ricerca dati su quello che crede essere il suo futuro.

Quindi non la trappola della cosiddetta “lettura del futuro” ma uno strumento utile alla conoscenza di sé stessi.

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